Caccia con l’arco : nuove aperture

Molto è stato fatto in questi due anni per la caccia con l’arco: l’arco è stato introdotto come mezzo di controllo o selezione in diverse regioni: la Lombardia con la legge sull’eradicazione della nutria voluta fortemente dal Consigliere Regionale della Lombardia Barbara Mazzali che con determinazione e passione molto ha fatto e fa per la caccia con l’arco e per il mondo venatario ; a commento della sua mozione presentata e approvata in Regione Lombardia, meglio nota come “Delibera n. 132″ dichiara: ” Mi auguro che l’emergenza cinghiale possa avere le attenzioni necessarie e di conseguenza la disponibilità di tutti gli strumenti previsti dalla legge. Per quanto riguarda l’arco, evidentemente non si sa che questo strumento, da millenni non è solo un mezzo di caccia, ma è anche una disciplina che insegna rigore e attenzione”.
L’ATC PM1 che lo inserisce come mezzo per la caccia di selezione, la regione Marche, il Friuli Venezia Giulia ; per finire in ordine temporale con il disciplinare della regione Abruzzo approvato il 30/06/2022. Per tutti valgono le parole del vicepresidente della Giunta regionale con delega all’Agricoltura, Emanuele Imprudente.

Tutte le leggi e delibere sono visibili e scaricabile dal nostro sito : ww.arcieridelbernabo.it Norme venatorie

Agli arcieri cacciatori si spera di ridurre la fatica di ricercarle ed alle istituzioni si offre la possibilità di vedere come altre Regioni si siano mosse.

«Nel nuovo disciplinare abbiamo inserito delle importanti novità – spiega Imprudente – cioè la possibilità del prolungamento dell’orario di prelievo dei cinghiali fino alle ore 24, il ricorso a strumenti per il miglioramento della visione notturna, ossia sorgenti luminose suppletive come visori ad infrarossi, visori termici, torce e fari e, per la prima volta in Abruzzo, l’utilizzo dell’arco, che risulta essere una tecnica a bassa invasività e un’alternativa valida laddove l’utilizzo di un’arma da fuoco può risultare inopportuno per via del disturbo».

La caccia di selezione, secondo la Regione Abruzzo, consente un «riequilibrio della struttura delle popolazioni di cinghiale e contribuisce ad attenuare gli effetti negativi causati dall’elevata presenza: è attuata principalmente durante le stagioni più calde ed in aree agricole in cui le lavorazioni risultano in pericolo o già danneggiate dalle azioni di prelievo del cinghiale svolte durante le ore diurne».

«È molto importante per noi che l’ISPRA abbia dato il proprio parere positivo a tutte le nostre proposte – conclude Imprudente – consentendo nei fatti l’attivazione di modalità, certamente non risolutive del problema del sovrappopolamento dei cinghiali, ma che riteniamo maggiormente efficaci».

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